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Lavoro: Cgil Roma, quasi 40 per cento residenti in soglia povertà ma ripresa reddito complessivo

Quasi il 40 per cento dei romani vive in povertà con redditi da zero a 15 mila euro l’anno. I romani hanno recuperato il reddito perso durante la pandemia ma resta ampio il divario tra la percentuale di popolazione che vanta redditi alti e quella che vive sulla soglia della povertà. La Cgil di Roma e del Lazio, ha preso in esame le dichiarazioni al fisco registrate dal ministero dell’economia tra il 2010 e il 2021, e ha evidenziato che nella Capitale il 28 per cento della persone vive con guadagni che vanno da zero a 10 mila euro l’anno e l’11 per cento sopravvive con somme fino a 15 mila euro l’anno. Il reddito medio complessivo è di 27.816,03 euro, tuttavia i contribuenti che dichiarano redditi da pensione o da lavoro dipendente sono sotto la media. “Guardando la suddivisione per fasce di reddito e la distribuzione del reddito nel territorio c’è un aumento della polarizzazione delle disuguaglianze”, spiega in una nota il segretario della Cgil di Roma e Lazio, Natale Di Cola.

In povertà vive una fetta ampia di popolazione, il 39 per cento, ma il dato è stabile rispetto agli anni precedenti. Un 10 per cento vanta redditi dai 55 mila agli oltre 120 mila euro l’anno. E se il guadagno complessivo dei romani, rispetto al periodo della pandemia, è più alto e arriva a 53,6 miliardi con lo stipendio medio in crescita, c’è una fascia ampia, pari al 52 per cento dei residenti, che vive con guadagni che vanno dai 15 mila ai 55 mila euro l’anno. “Le aree con redditi più alti della Capitale sono i quartieri Trieste, Parioli, Monte Mario, Ottavia, Salario, Africano, Trionfale e Balduina. Al contrario la concentrazione di redditi più bassi sono le Torri, Borghesiana, Castelverde, Ponte di Nona, Massimina, Montespaccato – sottolinea Di Cola -. E guardando la suddivisione per fasce di reddito e la distribuzione del reddito nel territorio c’è un aumento della polarizzazione delle disuguaglianze: mentre c’è una parte importante della città che vive una forte condizione di disagio non vede migliorare la propria condizione, la parte più ricca diventa ancora più ricca”.

La forma di lavoro più diffusa è quella dipendente, pari al 40 per cento della popolazione dei contribuenti. Seguono i redditi provenienti dalla proprietà di immobili, 34 per cento, e dalle pensioni, 22 per cento. “Secondo i dati diffusi dal Mef sale a quota 53,6 miliardi di euro il reddito complessivo della capitale, 1 miliardo in più rispetto al 2019. La crescita è trainata dai redditi oltre i 120.000 euro, dichiarati da poco meno di 40 mila contribuenti, che dichiarano quasi 750 milioni in più rispetto al 2019”, aggiunge Di Cola.

“Sono 1,93 milioni i cittadini romani che nel 2022 hanno dichiarato i redditi prodotti nel 2021, un numero in diminuzione rispetto alla situazione pre covid, rispetto al 2019 il numero è calato di 15 mila contribuenti ma guardando ai dati si nota un trend negativo a partire dal 2016. Complice della riduzione anche le addizionali comunali che spingono le persone a spostarsi in comuni limitrofi, dove il costo della vita è anche inferiore – precisa il segretario della Cgil di Roma e Lazio -. I redditi da lavoro dipendente salgono dopo la contrazione della pandemia ma restano fermi ai livelli del 2012, la differenza è di 10 euro in più su base annua. La media attuale è di 26.441 euro. Rispetto a Milano i contribuenti i redditi da lavoro dipendente sono più bassi di 8.500 euro. Il gap si è allargato, nel 2011 era di 5.000 euro. Rimane stabile al 39 per cento il numero di contribuenti della Capitale che dichiara fino a 15.000 euro l’anno, un dato pressoché invariato dal 2010 a oggi”, conclude Di Cola.

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